«In poche settimane il Consiglio regionale ha approvato la legge di proroga al 31 dicembre 2017 del Piano casa. Si tratta di una normativa ancora essenziale nell’offrire sostegno all’attività edilizia e nel conseguire sensibili miglioramenti al patrimonio edilizio. Si spera che per il prossimo anno si giunga all’approvazione di una disciplina unitaria degli interventi, magari estesa anche alla possibilità di consentire ai comuni di derogare, con gli strumenti urbanistici, alle distanze tra gli edifici previste dal DM 1444/68, in conformità con l’articolo 2 bis del Testo unico dell’edilizia».
Lo dichiara il Consigliere regionale Fabiano Amati, primo firmatario della Proposta di legge unitamente ai Consiglieri Sabino Zinni, Enzo Colonna, Francesco Ventola, Paolo Campo e Donato Pentassuglia.
«La disciplina di proroga si spiegherà altresì su immobili esistenti alla data del 1° agosto 2016.
In occasione dell’esame dell’aula sono stati approvati alcuni articoli aggiuntivi utili a risolvere contraddizioni tra l’apparato normativo ovvero a fornire chiarimenti. In particolare si è provveduto:
a) a eliminare ogni riferimento al PUTT;
b) ad escludere la demolizione e ricostruzione, con conseguente mutazione della destinazione, per immobili ricadenti nelle zone E);
c) a risolvere una contraddizione in base alla quale era prevista la possibilità di demolizione e ricostruzione degli edifici in zona D), con aumento volumetrico del 35 % e uguale destinazione, mentre era precluso l’ampliamento del 20% per gli interventi – sempre in zona D) – ai sensi dell’articolo 3;
d) ad accordare la possibilità di beneficiare degli aumenti volumetrici previsti dalla legge anche nel caso in cui gli interventi di ristrutturazione edilizia o di demolizione e ricostruzione siano subordinati all’approvazione di uno strumento urbanistico esecutivo. Si è così risolta una distonia di disciplina tra gli interventi a permesso di costruire diretto (beneficiari delle addizioni volumetriche) e gli interventi subordinati a strumenti urbanistici esecutivi (non beneficiari), per loro natura più compatibili con l’intento di funzionalità urbanistica degli interventi».