La Corte decida solo su obiezioni ideologiche”
“A questo punto è necessario che la Corte costituzionale decida solo sulle obiezioni ideologiche proposte dal Governo contro il nuovo Piano casa, su suggerimento dei dirigenti del Ministero della Cultura. Per sgomberare il campo da scuse o confusione ho perciò depositato oggi una proposta di legge per abrogare le norme inutili impugnate e per modificare alcuni dettagli.
E tutto questo per fare ogni tentativo utile a evitare la morte di un settore ad altissima densità di posti di lavoro.
Insomma, se il Governo vuole istituire la fame in Puglia, noi vogliamo fare di tutto per attenuarla”.
Lo dichiara il Consigliere regionale Fabiano Amati.
“I motivi d’impugnazione rilevanti sono quattro.
Il primo riguarda la pretesa di trasformare il Piano casa da strumento edilizio a strumento urbanistico, per cui imporre l’approvazione concordata con il Ministero della Cultura e a prescindere da quanto prescrivono le norme vigenti, comprese quelle tecniche del Piano paesaggistico.
Il secondo motivo riguarda un emendamento approvato in aula e presentato dalla Lega, sulla possibilità di presentare singole istanze e beneficiare, previa delibera del Consiglio comunale, degli incrementi volumetrici.
Il terzo motivo riguarda il rispetto dell’indice di edificabilità fondiaria nelle zone agricole.
Il quarto motivo riguarda, infine, la possibilità di introdurre le modifiche introdotte da una recente legge statale in materia di Aiuti.
Per ridurre la confusione argomentativa in cui incorre il Ministero, così da limitare il campo della decisione alle cose veramente utili, ho proposto l’abrogazione della norma sulle singole istanze in mancanza di delibera complessiva di determinazione degli ambiti, e la modifica della norma sull’applicazione dello strumento nelle zone agricole.
Qualora il Consiglio regionale dovesse recepire le modifiche, la decisione della Corte costituzionale restringerebbe a due sole questioni ideologiche: se, come e quando il Ministero della Cultura può essere legittimamente considerato novello Pol Pot, il tiranno del futuro; se, come e quando il Ministero della Cultura può opporre a una legge dello Stato le norme di uno strumento urbanistico sovraordinato agli altri strumenti ma non alla legge”.