“La nostra proposta di legge su AziendaZero coglie di fatto tutti i rilievi della Corte dei conti sulla gestione della sanità. Ma l’esame è impantanato perché le burocrazie regionali tardano a depositare l’Analisi Tecnico Normativa e il referto tecnico, rasentando il sabotaggio. Ma perché fanno tutto questo? Perché rallentano con la loro condotta un’iniziativa legislativa in qualche modo coerente con un atto d’indirizzo del presidente Emiliano del dicembre 2021? Se entro qualche giorno non sarà colmato il ritardo, depositeremo direttamente la proposta di legge in Consiglio e segnaleremo alla Corte dei conti gli inadempimenti frapposti all’adozione della più importante delle riforme, nata per risparmiare i soldi da destinare alla migliore cura dei malati. Già, i malati. C’è un paradosso nella vicenda di AziendaZero: nel mentre si lavora per accentrare gli interventi chirurgici con la modalità da remoto in 5G e l’intelligenza artificiale, potenzialmente anche con medici all’opera in altri continenti, preferiamo gestire la contabilità, gli appalti, i concorsi e gli ingranaggi vari ancora a livello di condominio. Sarà che nessuno vuole rinunciare al potere?”
Lo dichiarano il Consigliere e commissario regionale di Azione Fabiano Amati, dei Consiglieri regionali Sergio Clemente, Ruggiero Mennea, capogruppo, e del responsabile regionale sanità Alessandro Nestola.
“Precisato che tutte le leggi per la prevenzione delle malattie sono state giudicate costituzionalmente coerenti e rientranti nei LEA, ad eccezione (ahinoi!) di una piccola parte sugli esami genetici per familiarità nel tumore al colon e augurando a tutti di non averne mai bisogno, gli appunti della Corte dei conti alla gestione finanziaria in sanità sarebbero colmati dall’istituzione di AziendaZero.
Una proposta di legge depositata tre mesi fa e oggi non ancora esaminata perché manca l’Analisi Tecnico Normativa e, nonostante un sollecito, il referto tecnico. Insomma, non riusciamo a mettere riparo perché gli apparati burocratici non agevolano il nostro lavoro.
La proposta di legge su AziendaZero depositata il 20 giugno 2022 era in qualche modo coerente con l’indirizzo dato dalla Giunta regionale nel dicembre 2021 e accordava correttivi, in modalità profetica, alle segnalazioni della Corte dei conti.
Infatti: se i rilievi della Corte dei conti riguardano il fatto che le liste d’attesa per prestazioni mancate durante il Covid sono state recuperate solo a mezzo dei privati, l’istituzione di AziendaZero accentrerebbe il controllo e quindi valuterebbe per quale motivo o inadempimento le ASL non riescono a garantire la propria quota di risposta al fabbisogno, prendendosi le risorse assegnate in base alla capacità organica e organizzativa, senza però raggiungere il risultato atteso ed anzi costringendo la Regione a ricorrere al privato per le prestazioni ineseguite e quindi pagando due volte la stessa prestazione. E su questo accendere un faro a titolo di responsabilità per danno erariale sarebbe più che opportuno.
Se le segnalazioni della Corte dei conti riguardano le maggiori spese per 450 milioni, che hanno comportato misure correttive sulla spesa farmaceutica (sulla base di nostre leggi) e per dispositivi medici, e limitazioni di spesa alle Aziende sanitarie e ospedaliere e agli IRCCS, l’istituzione di AzienaZero accentrerebbe la gestione di farmaci e protesi (risparmiando 350 milioni annui), così da revocare ampiamente tutte le limitazioni delle spese per assistenza ai malati imposte alle ASL.
Se nell’anno 2022 il comparto sanitario è andato in squilibrio finanziario per assenza dei controlli interni di gestione, allontanando il tempo in cui potremmo ampliare i livelli d’assistenza, l’istituzione di AziendaZero centralizzerebbe gli acquisti di beni e servizi e realizzazione di lavori, ossia gli ambiti in cui lo squilibrio e la disorganizzazione sono più eclatanti, accelerando la spesa delle somme destinate alla Puglia per edilizia sanitaria (delibere CIPE e fondi ex art. 20) e il rientro della Puglia nel novero delle regioni a gestione ordinaria e non commissariata.
Se in Puglia c’è – diversamente da come si pensi – un aumento costante della spesa per il personale (+12,17 % rispetto al 2019) e non si vede nessun miglioramento, l’istituzione di AziendaZero centralizzerebbe il reclutamento e la gestione del personale, allocando le risorse umane con maggiore razionalità in favore dei servizi più prossimi ai malati ed eliminando numerose e infruttuose duplicazioni di mansioni, ingiustificate e onerose dipartimentalizzazioni e irragionevoli compartimenti stagni tra assistenza ospedaliera e territoriale.
Se non appare finanziariamente congrua la scelta di istituire le Aziende ospedaliere di Taranto, “San Cataldo”, e Lecce, “Vito Fazzi”, l’istituzione di AziendaZero serve proprio a ridimensionare in un unico soggetto giuridico l’eccessiva frammentazione di poteri territoriali nella gestione economico-finanziaria della sanità, lasciando alle singole aree territoriali solo la parte più impegnativa e faticosa della cura dei malati, spesso sacrificata in favore delle sovrabbondanti competenze – forse ricche di suggestioni di potere – fondate sui conti, sugli acquisti dei beni e dei servizi, sulla realizzazione dei lavori e sul reclutamento del personale.
Insomma, con AziendaZero si potrebbero risolvere tutte le criticità segnalate dalla Corte dei conti, e molte altre altrettanto gravi, nemmeno scorte dai giudici contabili, rimettendo in carreggiata la sanità. Alla ovvia condizione che per far questo occorre poi nominare alla guida del soggetto unitario una persona competente, perché la bellezza dei fiori non è nel nome ma nelle sue forme, colore e odore.”