“Diversamente da quanto si legge in questi giorni da diverse fonti politiche, la delibera CIPE dell’8 marzo 2013 ha provveduto a prorogare al 31.12.2013 il termine per l’assunzione di obbligazioni giuridicamente vincolanti (che in precedenza era stato stabilito al 30 giugno 2013), finalizzate alla realizzazione di lavori in materia di dissesto idrogeologico, acqua, fogna e depurazione, finanziati con le delibere CIPE numeri 8 e 60 del 2012.
Ne deriva che il termine del 31.12.2013, fissato dal Governo Monti l’8 marzo 2013 a parlamento sciolto, non è una punizione ma un sollievo, considerato che il vecchio termine del 30 giugno 2013 stava per approssimarsi in scadenza.”
Lo dichiara il Consigliere regionale Fabiano Amati.
“C’è da dire, piuttosto – spiega – che anche il termine fissato al 31.12.2013 è incongruo e difficilmente onorabile. Se infatti si fa riferimento alle difficoltà regionali di disporre la liquidazione delle somme ai soggetti attuatori, a causa dei rigori e delle strette del patto di stabilità, è chiaro che qualsiasi termine risulta impossibile da rispettare. Le aggiudicazioni definitive dei lavori (obbligazioni giuridicamente vincolanti) potrebbero essere deliberate solo se la Regione fosse in grado di liquidare ai soggetti attuatori le somme necessarie trasferite dal Ministero dell’Economia, che mi risulta siano iscritte nel bilancio regionale, e che purtroppo non possono essere liquidate a causa dei detti problemi con le regole del patto di stabilità.
Tali considerazioni mi fanno pensare che l’annuncio di impugnativa della delibera CIPE dell’8 marzo 2013, o peggio la sua revoca, oltre a non poter conseguire alcun successo (non si comprende quale sarebbe l’interesse leso da una proroga migliorativa), potrebbe paradossalmente portare a far rivivere il termine peggiorativo del 30 giugno 2013. Sarebbe insomma un’iniziativa lesiva degli interessi della Puglia.
Mi sembra, invece, che l’argomento principale su cui bisognerebbe impegnarsi nel negoziato col Governo nazionale e col concorso indispensabile dei parlamentari pugliesi, sia quello dell’ampliamento dello spazio finanziario a disposizione della Regione Puglia, in deroga alle strette del patto di stabilità, ma per finanziare – con massima priorità – gli interventi finanziati con le delibere CIPE o comunque per iniziative d’investimento.
Per realizzare questo disegno virtuoso è dunque necessario che il Governo regionale faccia conoscere analiticamente al Governo nazionale e ai parlamentari, e se possibile informando il Consiglio regionale, gli interventi improrogabili, per termini di scadenza o per strategia programmatoria, avendo cura di selezionare solo quelli per investimenti, che sono notoriamente i più idonei a realizzare un’alta intensità di posti di lavoro.
Fuori da ipotesi strettamente concrete, magari diverse e più plausibili di questa, la giusta questione innescata dal Governo regionale sul patto di stabilità, rischia di rimanere solo tra le pagine del dibattito politico.”