La Puglia tende a diventare una regione sempre più vulnerabile dal punto di visto idrogeologico. L’area di Ginosa interessata all’alluvione del 6 – 8 ottobre scorsi, peraltro, ha riguardato un sito diverso da quello investito dal nubifragio del 2011 e non rientra neanche tra quelle a rischio perimetrate dall’Autorità di Bacino della Basilicata.
E’ quanto è emerso in particolare nelle audizioni che hanno avuto luogo oggi in V commissione (su richiesta del capogruppo SEL Michele Losappio) sulle emergenze ambientali a Ginosa, Castellaneta e Brindisi con relativa sistemazione idraulica e idrogeologica a seguito dell’alluvione dell’inizio del mese. Sono stati auditi i rappresentanti dei Consorzi di Bonifica, dell’Ordine dei geologi oltre che della Protezione civile regionale.
Rispetto alla particolare vulnerabilità dell’arco ionico occidentale è emersa l’esigenza di una riprogettazione complessiva del sistema di sicurezza idraulico. Si rende necessaria, a fronte degli interventi tampone realizzati fino ad ora – come ha detto il presidente della V commissione Donato Pentassuglia –, una pianificazione organica delle misure da porre in essere per mettere in sicurezza le aree a rischio, puntando all’utilizzo mirato dei fondi comunitari 2014-2020 secondo una scala di priorità. Pentassuglia ha anche comunicato che il ponte crollato a Ginosa sarà ricostruito con fondi regionali facenti capo all’assessorato ai Lavori pubblici.
Su richiesta di Losappio, condivisa da Fabiano Amati (Pd), è stato deciso di audire successivamente il Commissario straordinario per il rischio idrogeologico, che finanzia progetti condivisi tra Regione e Comuni (che fino ad ora hanno riguardato comuni del subappenninico dauno) con lo strumento dell’accordo di programma. Saranno auditi anche rappresentanti dell’Autorità di bacino e del Servizio regionale di protezione del suolo.